Tassonomia europea e finanza sostenibile, l’opportunità

Tassonomia europea e finanza sostenibile, l’opportunità

La Tassonomia Europea guida verso un'economia sostenibile, promuovendo trasparenza e azioni concrete. Norme in evoluzione integrano aspetti ambientali, sociali e finanziari per un futuro green.

Tassonomia europea e finanza sostenibile unopportunità per Imprese Governi e Investitori 1

Cos’è la Tassonomia?

La Tassonomia Europea è un sistema di classificazione stabilito dall’Unione Europea (UE) per determinare quali attività economiche possono essere considerate realmente “sostenibili” o “verdi”. Si pone come una guida pratica e utile per imprese, investitori e decisori politici, lontana dall’essere un mero elenco di requisiti obbligatori da rispettare nella scelta di investimenti pubblici o privati o che vincolano le imprese a specifiche performance ambientali. Niente di tutto questo, ma piuttosto uno strumento di trasparenza e consapevolezza che supporti in maniera concreta la transizione verso un'economia sostenibile, circolare e attenta alla tutela della biodiversità e degli ecosistemi. La Tassonomia, infatti, spinge imprese ed investitori a collaborare ad un modello economico più sostenibile allineato con gli impegni dell’Accordo di Parigi e con il Patto Verde Europeo. Inoltre, mira a creare un quadro normativo europeo comune, in modo da facilitare la valutazione e il confronto di attività sostenibili in diverse regioni e settori.

Le origini e gli sviluppi

La Tassonomia Europea è entrata in vigore il 13 luglio 2020 ed è stata istituita attraverso il Regolamento UE 2020/852. Si basa su sei obiettivi ambientali e climatici:

  • mitigazione del cambiamento climatico;
  • adattamento al cambiamento climatico;
  • uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
  • transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
  • prevenzione e controllo dell’inquinamento;
  • protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.

I criteri tecnici che devono essere utilizzati per determinare se un’attività economica è sostenibile o meno dal punto di vista ambientale, sono pubblicati sotto forma di Atti Delegati, Questi i criteri generali, secondo i quali un’attività economica sostenibile deve:

  • contribuire positivamente e in modo significativo ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali;
  • non produrre impatti negativi su nessuno degli altri obiettivi;
  • rispettare pienamente le garanzie sociali minime (per esempio, quelle previste dalle linee guida dell’OCSE e dalle Nazioni Unite).

L’applicazione della Tassonomia è avvenuta e sta avvenendo all’insegna della gradualità. In una prima fase, sono state individuate 70 attività, dall’agricoltura alla produzione di energia, con i relativi criteri di selezione. Nell’aprile 2021 è stato approvato il primo Atto Delegato che riguarda gli aspetti climatici e che contiene i criteri tecnici per identificare le attività economiche in linea con i primi due obiettivi, ovvero mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai cambiamenti climatici. A seguire, è stato diffuso un ulteriore Atto Delegato che spiega alle aziende tenute a redigere la Dichiarazione Non Finanziaria cosa e come comunicare in merito alle proprie attività economiche allineate alla Tassonomia UE.

Nuove norme, che includono precisazioni in merito ai criteri e una nuova proposta di regolamento sul rating degli investimenti ESG, sono state approvate a giugno 2023 e sono entrate in vigore da gennaio 2024. Sono state prese in considerazione 35 attività in 8 settori economici e si stabilisce che un’attività economica può essere considerata sostenibile se contribuisce in modo sostenibile a:

  • l’uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
  • la transizione verso un’economia circolare;
  • la prevenzione e il controllo dell’inquinamento;
  • la protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
  • l’uso sostenibile e alla protezione delle acque e delle risorse marine.

Inoltre, le nuove norme prevedono la definizione di un rating per certificare la sostenibilità degli investimenti ESG.

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I prossimi passi

La Tassonomia sarà ampliata e includerà criteri sociali e non solo ambientali. Nel 2021 è stata elaborata un prima bozza di proposta per la Tassonomia sociale, definendo obiettivi e sotto-obiettivi sociali (lavoro dignitoso, standard di vita e benessere adeguati agli utenti finali; comunità e società inclusive e sostenibili). La logica è la stessa della Tassonomia ambientale: proporre criteri per definire quando un’attività economica è sostenibile dal punto di vista sociale, ovvero contribuisce in maniera significativa a uno o più obiettivi sociali e non produce effetti negativi sugli altri.

Le aziende che secondo quanto previsto dalla Direttiva (Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) saranno tenute a partire dal 2025 a redigere la propria reportistica non finanziaria secondo i nuovi standard europei ESRS (European Sustainability Reporting Standards), dovranno comunicare anche le loro performance ambientali secondo quanto previsto dalla Tassonomia Infine, la Tassonomia sarà anche il riferimento per attribuire incentivi e finanziamenti europei.

La Tassonomia, pertanto, richiede uno sforzo di misurazione e rendicontazione alle imprese ma rappresenta un’opportunità per migliorare i propri risultati in ambito ambientale e la consapevolezza del legame tra performance ambientali e finanziarie. Questo non vale solo per le grandi imprese. Anche quelle più piccole possono avere benefici dall’applicazione dei criteri della Tassinomia, ad esempio per migliorare il proprio accesso al credito, sviluppare nuove relazioni di business e soddisfare le esigenze informative di clienti e consumatori che si mostrano sempre più attenti alle tematiche ambientali.

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