CSRD Chi e come coinvolge la nuova direttiva

CSRD Chi e come coinvolge la nuova direttiva

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD): la nuova Direttiva Europea della Sostenibilità - target e tempistiche

CSRD Chi e come coinvolge la nuova direttiva

La CSRD è entrata in vigore il 5 gennaio 2023 e impone alle imprese europee con determinate caratteristiche di rendicontare il proprio impatto ambientale, sociale ed economico. Questa Direttiva sostituisce la precedente Direttiva NFRD (Non Financial Reporting Directive), amplia il numero di imprese interessate, propone nuovi strumenti di rendicontazione e pone nuovi aspetti da rendicontare. La platea delle imprese interessate si amplia progressivamente, passando a circa 5000-6000 imprese solo in Italia (49.000 in tutta l’UE), rispetto alle 200 che ricadevano nei requisiti previsti dall’NFRD (11.600 in UE).

Chi dovrà rendicontare e quando?

Nel 2025 (con riferimento all’esercizio 2024) le imprese soggette a rendicontazione di sostenibilità saranno le stesse previste dalla NFRD, ovvero gli Enti di Interesse Pubblico che alla data di chiusura del Bilancio, anche su base consolidata, superino il numero medio di 500 dipendenti e almeno uno dei seguenti limiti dimensionali: totale di Stato Patrimoniale di 20 milioni di euro e/o totale di ricavi delle vendite e delle prestazioni di 40 milioni di euro. 

Gli Enti di Interesse Pubblico sono:

  • Società che emettono titoli quotati in un mercato regolamentato in Itala o nell’Unione Europea;

  • Banche;

  • Imprese assicurative.

Dal primo gennaio 2026 (con riferimento all’esercizio 2025) dovranno rendicontare anche tutte le grandi imprese non quotate che abbiano alla data di chiusura del Bilancio, anche su base consolidata, almeno due dei seguenti requisiti:

  • 250 dipendenti (valore medio);

  • Stato Patrimoniale superiore a 20 milioni di euro:

  • Ricavi netti superiori a 40 milioni di euro,

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Con scadenza a partire dal primo gennaio 2027 (con riferimento all’esercizio 2026) toccherà anche alle piccole e medie imprese quotate (compresi istituti di credito di piccole dimensioni non complessi e le imprese assicurative dipendenti da un gruppo), ad eccezione delle microimprese, che alla data di chiusura del Bilancio rispettino almeno due dei seguenti requisiti:

  • da 10 a 250 dipendenti (valore medio)

  • da 350.000 a 20 milioni di euro di Stato Patrimoniale

  • da 700.000 a 40 milioni di euro di ricavi netti

A queste imprese viene concessa l’opzione opt out che permette loro astenersi per due anni dall’obbligo di reporting.

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Con scadenza a partire dal 1° gennaio 2029 (con riferimento all’esercizio 2028): obbligo per le imprese non appartenenti all’Unione con determinati limiti e/o filiali o succursali nell’Unione. In particolare: i. società extra-Unione: a. con fatturato oltre € 150 mln all’interno dell’Unione per due anni consecutivi; b. con una subsidiary che si qualifica come PMI quotata e/o succursale con un fatturato netto oltre € 40 mln per l’esercizio precedente; ii. PMI quotate che abbiano derogato sulla base della suddetta opt-out.

Infine, dal primo gennaio 2029 (con riferimento all’esercizio 2028) anche le imprese figlie e succursali con capogruppo extra-UE dovranno rendicontare seguendo gli obblighi previsti dalla nuova normativa nel caso in cui la capogruppo abbia generato in UE ricavi netti superiori a 150 milioni per ciascuno degli ultimi due esercizi consecutivi e

  • almeno un'impresa figlia soddisfi i requisiti della CSRD oppure

  • almeno una succursale abbia generato ricavi netti superiori a 40 milioni di euro nell’esercizio precedente.

Queste sono alcune delle principali novità previste dalla normativa. Il documento dovrà:

  • Rendere chiaro l’impegno e le azioni aziendali in materia di sostenibilità; in particolare il modello di business e la strategia aziendale, specificando il ruolo degli stakeholder, l’impegno degli organi di amministrazione riguardo le tematiche ESG e i principali rischi legati all’azienda riguardanti le questioni della sostenibilità.

  • Essere incluso nella Relazione sulla Gestione.

  • Mostrare un’Analisi di Doppia materialità, identificando non solo gli impatti sulle persone e sull’ambiente da parte dell'impresa (inside-out) ma anche i rischi e le opportunità finanziarie per l’impresa (outside-in)

  • Rendicontare e coinvolgere l’intera catena di approvvigionamento e del valore.

  • Adottare i nuovi standard di rendicontazione europei (ESRS)

  • Essere redatto digitalmente in formato XHTML.

La Direttiva CSRD rappresenta un importante cambiamento nella reportistica non finanziaria: mira a garantire una maggiore trasparenza e confrontabilità delle informazioni di sostenibilità, consentendo agli stakeholder, in generale, e agli investitori e alle figure aziendali, di prendere decisioni più consapevoli e mirate allo sviluppo sostenibile. Dunque, una sfida, ma anche un’opportunità di crescita da cogliere!

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